Certo era davvero parecchio divertente vedere Marta fare la parte della protagonista principale. Mattia, per vedere meglio, mi aveva portato fin sotto il piccolo palco e si era seduto a gambe incrociate ad ascoltare la voce del narratore che continuava a raccontare:
"Dorothy camminò
per diverso tempo e passando a fianco di un campo di
grano pieno di spighe gialle e fruscianti, vide uno spaventapasseri.
Incuriosita si avvicinò
fissando il suo viso buffo e con suo gran stupore lo spaventapasseri
le fece l’occhiolino dicendole:
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“Buongiorno
mia cara” disse lo spaventapasseri
“Buongiorno
a te, sei stata tu a parlarmi?”
rispose un po' timidamente Dorothy
“Si,
si, sono stato io!”
ribadì lo spaventapasseri.
Immaginatevi
un po’ la faccia della povera fanciulla quando si accorse che a
parlarle era stato proprio lui e per presentarsi iniziò a cantare la
sua canzone.
Ecco
qui un uccellino
che
svolazza tutto il dì
Ma
nel campo dal mattino
Veglia
sempre quell’omin…
Testa
sgombra dai pensieri
Niente
idee e desideri
Gambe
e braccia son di paglia
E
una faccia da canaglia
Il
suo compito è assai ingrato
Liberar
dai tordi il prato
E
le bionde e ricche spighe
Lui
difendere dovrà
Né
la pioggia e il vento teme
Né
la neve e i sol cocente
E
il lavor che lui sa fare
Così
bene eseguirà…
Se
trafiggerlo vorrai
Lui
dolor non sentirà
Ma
se il fuoco userai
Di
paura tremerà…
Sii
tu grato a quell’omino
Con
la faccia buffa assai
Che
ti guarda un po’ spaesato
Coi
suoi occhi da lontan.
Poi
lo spaventapasseri riprese a parlarle: “
Dove stai andando di bello?”
“Sto
andando dal mago di Oz”
– rispose la bambina.
“Davvero??
allora portami con te”
gli rispose speranzoso.
“Bene
allora andiamo”
disse Dorothy.
Si misero in marcia e strada
facendo lo spaventapasseri le raccontò la sua storia:
“Sai
tutti mi dicono che sono stolto perché nel mio cervello c’è solo
paglia e ridono di me, così se mi porti con te potrò chiedere al
grande e onnipotente mago di darmi un cervello nuovo tutto per me”.
La
strada si inoltrò in un fitto bosco. La luce si faceva sempre più
scarsa quando all’improvviso si udirono degli strani cigolii simili
a lamenti.
[continua]
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